Lab Promotion
Radio Date: 23/06/2014
La banda suonerà: https://soundcloud.com/user294235103/ivano-tolio
Ivano Tolio nasce a Bassano del Grappa il 9 giugno del 1961. Comincia a suonare il pianoforte a 10 anni, studiando privatamente, e a 15 comincia a suonare le tastiere in diverse serate. A 18 anni inizia a scrivere le sue prime canzoni come autore; dalla fine del 1981 inizia a suonare in diversi gruppi: tra questi la collaborazione, insieme al chitarrista Roberto Gemo, con il gruppo di rock progressive Slogans.
Alla fine del 2004 arriva il suo primo progetto discografico da solista: Cosipocodance con 12 canzoni da lui scritte ed interpretate. Tra il 2007 e il 2008 incide a Bologna una prima versione dell’album “Le radici e le Ali” che non viene pubblicato. Nel 2013 riunisce i musicisti per incidere il terzo album ma in corso d’opera comprende che la sua musica e il suo stile hanno ormai una propria precisa identità che non è più in sintonia con il pur lodevole lavoro di Bologna per cui torna in sala d’incisione e rifà completamente “Le radici e le ali”.
Ivano Tolio confeziona 13 brani originali eleganti e delicati con una notevole attenzione al suono e ai testi. Tra le sfumature dell'ensemble e le parole dell'autore si sentono forti gli echi di penne illustri come Paolo Conte, Ivano Fossati, Gianmaria Testa e Giorgio Gaber. Il mondo di Tolio è pieno di colori ma ricco di sfumature nostalgiche proprio come l'ironia dei suoi testi e le metafore che evoca.
Nell’album è ricorrente il tema di genitori e figli: il titolo, infatti è stato ispirato da un proverbio indiano che recita: “due sono le cose che i genitori possono dare ai figli: le radici e le ali” perché in molte canzoni si parla di genitori e figli.
La prima canzone, Momenti che non tornano, è una riflessione sull’unicità di ogni singola occasione e di come, essendo unica, quest’occasione non si ripresenti più. Anche se all’inizio non siamo in grado di riconoscere l’unicità di ogni singola occasione, ce ne accorgiamo sempre tardi, ritrovando magari qualcuno.
Oggi sono felice è una canzone scritta in un momento di felicità, come afferma il titolo della canzone stesso. La felicità molto spesso è alla portata di mano, basta decidere di coglierla, magari pensando a un posto radioso, in cui ci sentiamo sereni, ma soprattutto nei piccoli gesti quotidiani che condividiamo con le persone a noi più care.
La terza traccia, La fine del mondo, parla di una donna che, in poco tempo, perde due persone molto importanti della sua vita: ha, infatti, un grave lutto in famiglia e viene tradita dalla persona con cui avrebbe voluto costruire il suo futuro, la sua vita. Quando tutto sembra essere perso, l’amore e la maternità riportano tutto in equilibrio e la donna riesce a ritrovare il suo equilibrio con la sua forza e la sua bellezza.
La banda suonerà, il primo singolo estratto dall’album, è dedicato a tutti i ragazzi che amano suonare e che affrontano mille difficoltà per coronare il loro sogno. Suonano nelle cantine dove a volte le vecchie caldaie scoppiano e rovinano gli strumenti, dove gli artisti devono fare di tutto per convincere qualcuno per farsi affittare il teatro per il concerto. Ma tutto questo non conta perché il sogno è più forte di tutto e la banda comunque suonerà.
Il quinto brano, Ninnannà è un momento di intimità di un genitore con il proprio figlio: il genitore, in un momento di riflessione, è consapevole che il proprio erede crescerà più in fretta di quanto vorrebbe; a lui augura di conservare sempre i valori per lui fondamentali, il coraggio di combattere ed amare, la voglia di stupirsi ed imparare. Ma è soprattutto una specie di dolce carezza piena di affetto.
Il comandante Paolo racconta la prima volta di quando Ivano Tolio incontra Paolo Farinetti. In quell’occasione ho approfittato per ascoltare i suoi discorsi essendo stato, durante la guerra, comandante partigiano; la cosa che mi ha colpito maggiormente è stata la leggerezza con cui mi ha parlato di momenti in cui la sua vita era appeso ad un filo, azioni che richiedevano un coraggio straordinario, ma che in fondo lui vedeva come inevitabili, perché il sogno di libertà veniva prima di ogni altra cosa.
Ai piedi delle scale parla del rapporto tra padri separati e i figli; in questo brano prende in considerazione il momento in cui il padre deve riportare a casa, dalla mamma, il figlio senza poi rivederlo per diverso tempo e senza avere la possibilità di vivere a pieno la sua vita quotidiana.
La ottava traccia dell’album, Musica leggera, descrive in maniera ironica la situazione di alcuni musicisti nel rapportarsi alla conformità della musica: in molti casi, infatti, i musicisti sono costretti ad adeguarsi, seppur controvoglia, alle regole del mercato.
Il tempo della memoria è un breve viaggio nel tempo che l’autore del testo ha descritto con il proprio padre: nello specifico viene descritto il momento in cui si accarezzano i capelli e lo si saluta per l’ultima volta.
Il decimo brano, Vita che viene e che va, parla di una storia d’amore finita male perché nata in un tempo sbagliato; il protagonista riconosce i propri sbagli e si rammarica pensando che se, magari, la storia fosse nata in un altro momento, sarebbe andato tutto in modo diverso.
Avevamo le stesse parole parla di un ragazzo morto dopo essere entrato nel tunnel della droga. La vera essenza della canzone è proprio nel titolo, perché spesso abbiamo una immagine stereotipata dei drogati; nella la maggior parte dei casi la loro vita è come la nostra.
La penultima traccia del disco, Farfalline, descrive una scena nella quale il padre guarda negli occhi il proprio figlio e vi immagina cosa sognano quegli occhi così grandi augurandosi che non perderanno mai la speranza di vivere una vita serena.
Venezia capolinea è ovviamente dedicata alla più bella città del mondo, vista con gli occhi di chi ce l’ha sempre a portata di mano, che la sente quasi sua, ma sa che non lo sarà mai davvero.
Riccardo Savino (Lab Promotion)